Costruita intorno a me

Carissimo Robialquadrato,

so che sei un onesto e squattrinato grafomane. Ciò significa che con poca spesa mi potrai aiutare nel modo più profittevole per il mio grande progetto.

Come ben sai, il mese di marzo è il mese della rottamazione. Rottami la tua vecchia banca e ti danno una cospicua somma per crearne una nuova.

Ora, come avrai letto dai giornali, il Banco delle Alpi e delle Piramidi, a seguito di piccoli disguidi, è finito in bancarotta. Devo quindi preparare una lettera per partner e azionisti. Quelli nuovi, non quelli vecchi, che ahimè ho perduto, e che sono comunque venuti sotto casa mia per manifestarmi tutto il loro affetto.

Ora vivo nella suite di un albergo ed è da qui che sto preparando le carte per fondare una nuova banca, che si chiamerà Banca di Riposo. Allora tu devi descrivere perché nasce la Banca di Riposo. Perché, come la popolazione, anche i soldi invecchiano e a un certo punto hanno bisogno di un posticino tranquillo per vivere la loro svalutazione. La mia Banca, scriverai, è stata ideata dal cavalier Giovanni Legge – il sottoscritto – per far fronte a tale evenienza. Tutto è cominciato quando dovevo depositare i miei soldi e non ci crederai, ma delle banche non mi fido. Allora mi sono detto: ma perché cerco banche, quando la prima banca sono io? In fin dei conti io ho dentro ogni risposta che riguardi questo mondo e la legge morale che lo governa. Nessuno più di me che mi chiamo Legge può capirlo.

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C’era un mio compagno di scuola che mi sfotteva. Mi prendeva per il bavero e diceva: la Legge sono io. E poi rideva. Anche lui ha perso i soldi nel Banco, perché non basta una battuta, un gesto di prepotenza. Le cose bisogna coltivarle, per bene, vicino a un prosecco immerso nel ghiaccio.

Scriviamo dunque una cosa del genere: sei stanco di mettere i soldi sotto il materasso, dentro il vasetto dei biscotti, nei boxer natalizi? Sei stanco di affidarli a professionisti improvvisati che non ti garantiscono il valore alla scadenza? Vuoi che i tuoi soldi, insieme a te, trascorrano una vecchiaia felice? La Banca di Riposo è ciò che fa per te. Innanzitutto è una banca che non ha più pareti, perché le sedi costano; metto giusto l’indirizzo di sede legale in questa suite. Non c’è trucco, non c’è inganno. I soldi entrano ed escono, vanno a finanziare altre attività ad alto rendimento e poi tornano al Banco, stanchi ma felici.

Okay, non mi sembra il caso di aggiungere altro. Deve passare questo concetto che i soldi con me sono in mani sicure, che riposano e non conoscono lo stress e che quando li portiamo fuori a prendere aria tornano e sono molti di più.

Le operazioni si svolgeranno on line. Uno non ha il computer? Non è capace? Se è interessato basta una telefonata, i nostri incaricati verranno a casa tua e senza impegno ti spiegheranno come avere un interesse minimo garantito del cinque per cento al netto delle tasse. Mi sembra ragionevole. Alle prime cento telefonate diamo un punto percentuale di interesse in regalo.

Tu comincia a mettere giù la bozza, che poi magari ci troviamo per un’apericena, ci mettiamo mezz’oretta con foglio e penna e vedrai che non ci vuole nulla.

Chiaramente, se in quell’occasione diventerai mio cliente, a te farò una proposta speciale, ma voglio riservarti la sorpresa a tempo debito.

Stammi bene, carissimo, cerca di inviarmi la bozza in settimana. Buon gain!

 

Sono squattrinato, è vero; i pochi spiccioli li tengo ancora nella scatola dei biscotti, insieme al ditale e agli aghi della lana. 

Curriculum, esempi da non imitare

Quando faccio vedere il foglio mio papà scende al bar.

Mia mamma si chiude in bagno.

Mio zio, quello che fa il professore, dice che ha i compiti da correggere.

La mia fidanzata oggi mi ha detto che per il suo compleanno non legge. Mai.

Il suo compleanno è stato tre mesi fa.

Allora chiedo a te. Tu vai al bar? No, te lo dico io, gli scrittori fantasma sono sempre inchiodati sulla sedia.

E con venti euro per piacere mi sistemi il curriculum e siamo a posto per qualche mese.

Devi mettere a posto qui e là, in modo che sia bello, simpatico, piacevole.

Allora, sono un ragazzo del settantasei. Quindi quest’anno faccio i quarantuno. Ho dieci anni di esperienza in ufficio, dieci anni di esperto di trasporto con il carrello elevatore, cinque di esperienza come venditore, cinque di calzolaio e cinque di pizzaboy. Che poi sono tre di pizzaboy, uno di pizzaiolo e uno di cameriere.

Quando ero pizzaboy mi dicono: che ne dici se porti le pizze in tavola? Così quando piove non ti bagni più. Per me era un bel salto di qualità. Poi a un certo punto mi dicono: che dici se fai le pizze? Così non devi correre avanti e indietro per i tavoli. Per me era un bel salto di qualità. Poi mi dicono, un giorno: che dici, domani stai a casa? E anche dopodomani? E anche la settimana prossima? Perché la pizzeria ora è della banca.

Che la banca entri nel commercio della pizza mi sembra strano, ma non si può mai dire.

Così giro la città in lungo e in largo e dopo una settimana di preoccupazione vedo un annuncio sulla vetrina di un calzolaio. Gli porto la mia esperienza di pizzaboy e lui dice: va bene, vieni domani mattina. Certo che gli ingredienti non sono mozzarella e pummarola, qui più che altro si usano mastice e chiodi. Sono molto bravo a risuolare e le signore quando vengono da me si fermano a guardarmi mentre lavoro. Poi a un certo punto viene la moglie del calzolaio e si ferma a guardarmi mentre lavoro, e così per un po’ di tempo. Allora il calzolaio mi dice: che dici, domani stai a casa? E anche dopodomani? E anche la settimana prossima? Che c’è, dico, la banca è entrata nel commercio delle scarpe? Il calzolaio era taciturno, ma mi pagava sempre, fino all’ultimo centesimo.

Allora giro la città in lungo e in largo e dopo una settimana di preoccupazione leggo sul giornale che cercano giovani volonterosi per vendere pentole a domicilio. Faccio i conti e risulta che sono ancora giovane, quindi perché no? Qui non occorrono mastice e chiodi, ma molta lingua. A me la lingua non manca, quando facevo il pizzaboy e il calzolaio prendevo sempre le mance perché ero molto simpatico, parlavo sempre e secondo me il calzolaio era invidioso, perché lui non riusciva a parlare, come un ninnino di pochi mesi.

Queste pentole hanno di bello che cuoci quello che vuoi con pochissimo gas, senza olio, senza burro, senza acqua, senza niente di niente. Faccio la dimostrazione a casa delle signore e le signore sono tutte molto contente, si fermano a guardarmi a bocca aperta. Guadagno bene e mi vesto con la cravatta. Poi un bel giorno arrivano i carabinieri e prendono sottobraccio il nostro capoarea. Lui mi dice: domani non vieni e dopodomani nemmeno.

In quegli anni mi sono divertito molto e ho anche pensato che se riuscivo a vendere le pentole riuscivo anche a mettermi in politica, ma per entrare in politica bisogna fare la gavetta e io non avevo voglia di fare la gavetta di nuovo.

Questa volta passa un mese di preoccupazione e il lavoro non si trova. Cercano giovani, faccio i conti e sono vecchio, cercano bassi e io sono alto, cercano biondi e io sono moro. Alla fine un’agenzia del lavoro mi manda in un capannone. Si presenta un piccolo col grembiule grigio e mi dice: sei quello dell’agenzia? Sì, dico io.

Sai guidare un muletto?

No, dico io.

Non fa niente, dice lui e mi fa vedere il muletto e come si usa. Passano dieci minuti e so guidare il muletto. Passano dieci anni e il piccolo col grembiule grigio, che intanto è invecchiato, mi dice: domani qui non ci vieni. Chiedo se è colpa della banca o dei carabinieri. Il piccolo ride, non l’ho mai visto ridere. Mi dice di presentarmi in ufficio, ben vestito.

Il giorno dopo sono in ufficio. Mi metto la stessa cravatta delle pentole, che ha portato fortuna. Passa un po’ di tempo e le segretarie si fermano a guardarmi mentre lavoro.

Poi il padrone si sposa, io sono invitato, il piccolo col grembiule no perché nel frattempo è morto.

Quando gli sposi devono baciarsi io bacio la sposa al posto del padrone e così per molte volte nel corso della giornata. La sposa era una delle segretarie, era quella che si fermava a guardarmi lavorare anche dopo l’orario di lavoro.

Quando è il momento dei saluti il padrone mi dice: non venire domani e nemmeno dopodomani.

Io penso che ha bevuto troppo e domani vado. Lui è in viaggio di nozze ma il suo vice no. Mi ripete che non devo presentarmi, né domani né dopodomani. E lui non ha bevuto, è astemio.

Ormai ho una preoccupazione che dura sei mesi, ho girato in lungo e in largo la città. Poi un’altra, poi un’altra. Ho preso il treno e la corriera. Ho fatto domanda alla Nasa e alla Barilla, perché ho esperienza di ufficio e di alimenti e so parlare bene l’inglese, perché i miei genitori sono inglesi.

Però cercano molto madre lingua cinese e dove cercano lingua inglese cercano donna e dove cercano uomo lo vogliono di ventinove anni e dove cercano uno con la mia età lo vogliono con accento americano e dove ho trovato ieri cercavano uno di lingua inglese ed erano molto contenti del mio inglese, ma al telefono devo sempre parlare russo, anche con gli inglesi. Sempre. Anche con gli altri impiegati, anche quando ci salutiamo e non ho capito perché. Allora di quel posto non si è fatto niente e ora sto di nuovo cercando. I calzolai li vogliono di madrelingua francese e i pizzaioli con esperienza nelle saldature. I venditori devono sopportare un’accelerazione di 8g e io sto già male sulla giostra.

Se mi aggiusti gli a capo ti do anche trenta euro, è ragionevole, no?

Ragionevole.