ciao, Robi alla seconda,
sono un ragazzo che ama una ragazza.
Questa ragazza fa il liceo classico e io ragioneria e fra qualche giorno è San Valentino. So che a prima vista non ci troverai nulla di strano, anche se i suoi genitori sì; mi guardano di traverso e lo so perché. Loro hanno una fabbrica e mio padre è operaio, ma non è per questo che ti scrivo.
Vorrei che tu scrivessi una poesia per me, perché per San Valentino a una ragazza che fa il classico non posso regalare una partita doppia. Vorrei dedicarle un sonetto, solo che buonanotte, non ho idea di cosa sia. Me ne ha parlato Laura, perché a Laura piacciono molto i sonetti. Laura è il nome della mia ragazza. Spero che tu sia capace di scrivere un sonetto, non conosco nessuno che possa scrivere sonetti. Conosco un poeta dialettale e un cantante country, poi c’è il mio vicino di casa, ma mi ha detto che scrive solo in endecasillabi e scusa lo sfogo, ma sono proprio disperato, perché so che un sonetto alla mia ragazza piacerebbe molto.
So che i sonetti piacciono molto anche a sua madre, magari se porto un sonetto non mi guarderà più in modo strano. La mia è morta, ma sono sicuro che anche a lei sarebbe piaciuto un sonetto, perché era una persona molto sensibile. Comunque, anche senza sonetti, mia madre non mi guardava mai in modo strano e ogni sguardo parlava e mi diceva cose belle.
Anche mia madre si chiamava Laura, ma Laura e Laura a parte il nome sono completamente diverse. Fisicamente, intendo.
Ti suggerisco quello che vorrei esprimere in questo sonetto, vale a dire che ti do una traccia e tu dovresti svilupparla. In questo sonetto voglio dire che vado per campi, perché io abito in periferia e per me è un attimo scendere e trovarmi in un terreno, che è proprietà privata e una volta il padrone voleva spararmi, ma questa è un’altra storia e magari, quando lavorerò, ti farò scrivere un sonetto a parte. Io quando cammino cammino piano, come sulle uova, perché guardo se c’è traccia di pneumatici, o stivali di cacciatori, che poi sono sempre i padroni del campo.
In un certo senso mi nascondo, scappo via, perché mio padre se mi guarda troppo in faccia qualche volta mi domanda qualcosa. Fa finta di niente, ma si vede lontano un miglio, che sono innamorato. Mangio di malavoglia e rido poco, per lo più sto chiuso in camera. Ormai lo sanno anche i muri, del mio tormento. E infatti, anche se scappo o mi nascondo, non scappo dal pensiero di Laura, nella mia testa non c’è che lei. Anche se vado dove intorno non c’è più nulla, nemmeno una casa, nemmeno un suono, quasi. E sulla cima di un monte o nel cuore di un bosco non starei meglio e sentirei il cuore martellare e non per paura.
Questo sonetto vorrei regalarlo il 13 febbraio o il 15, perché il giorno di San Valentino sarebbero troppo chiare le mie intenzioni. Fammi un preventivo, per favore. Considera che io studio e a mio padre finisce il contratto a fine mese e gli hanno già detto che non glie lo rinnoveranno.
Questa richiesta non è ancora arrivata, ma San Valentino si avvicina.